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La solarizzazione è una tecnica molto nota in agricoltura, è stata presa poco in considerazione nel passato, ma oggi è diventata di fondamentale importanza soprattutto nell’agricoltura intensiva.
Nei terreni in cui si pratica agricoltura intensiva, si assiste ad una proliferazione di agenti patogeni che determinano una riduzione delle rese e della qualità dei prodotti coltivati.
È questo un fenomeno particolarmente accentuato nelle colture orticole protette.
La solarizzazione del terreno consente di raggiungere temperature elevate in grado di controllare gli agenti patogeni del terreno e a contenere lo sviluppo delle erbe infestanti.
Tale tecnica, a differenza delle altre, è più rispettosa dell’ambiente, presenta notevoli vantaggi ed è anche di facile applicazione.
In particolare, per la gestione ed il controllo delle erbe infestanti, si riducono sempre più gli erbicidi registrati e i limiti di legge di quelli ammessi sono estremamente bassi a causa della loro residualità, pertanto la solarizzazione rappresenta l’unica soluzione valida a basso impatto ambientale, indispensabile per il controllo della flora infestante soprattutto in aziende biologiche.
Oggigiorno si richiede di operare sempre più nel rispetto della natura e dell’ambiente, per questo la Grande Distribuzione Organizzata esige un prodotto pulito con un numero minimo di principi attivi.
Metodo
La solarizzazione consiste nel sottoporre i primi 30-40 cm di terreno all’irraggiamento solare nel periodo più caldo dell’anno, mediante la copertura del terreno con un film plastico trasparente. Tale copertura permette il passaggio delle radiazioni solari verso il terreno e ne ostacola la fuoriuscita verso l’esterno durante la notte. In ambiente protetto, serra o tunnel, tale effetto è esaltato in quanto, oltre alla copertura del terreno con pacciamatura, vi è la copertura della serra stessa che permette con più facilità un aumento delle temperature. La temperatura del terreno durante il trattamento dovrebbe raggiungere i 50-55 °C per avere una buona efficacia.
Prima di coprire il terreno con il film plastico bisogna predisporre un impianto irriguo per irrigare il terreno e portarlo alla capacità di campo.
L’acqua serve per condurre il calore negli strati inferiori del terreno, per favorire la germinazione dei semi di infestanti e sottoporli, quindi, all’azione abbattente del calore.
Ovviamente la solarizzazione si esegue nel periodo più caldo dell’anno, che va da giugno ad agosto (a seconda della zona), per circa 30-40 giorni; più lungo è il periodo di esposizione al sole del terreno maggiore sarà la riduzione della carica patogena dello stesso.
È importante individuare e valutare nelle diverse aree quale è il periodo in cui l’irraggiamento solare è maggiore sia in termini di durata che di intensità, molti sono convinti che il mese ideale per effettuare la solarizzazione sia il mese di agosto, in realtà in molti areali il periodo più caldo è giugno e luglio.
L’efficacia della solarizzazione aumenta se abbinata alle tecniche che hanno lo scopo di mantenere o aumentare la fertilità del terreno, come l’applicazione di sostanza organica, calciocianamide oppure l’interramento di colture da sovescio.
Consigli
A fine solarizzazione bisogna evitare rivoltamenti degli strati profondi del terreno che possono portare in superficie semi di erbe infestanti o propaguli fungini, non sottoposti all’azione del calore. Infatti, in profondità sono presenti semi di erbe infestanti attivi dormienti, che non sono in grado di germinare a causa della profondità nel terreno in cui si trovano.
Vantaggi
I vantaggi della solarizzazione rispetto agli altri metodi di difesa del terreno sono molteplici:
- distrugge e devitalizza le spore fungine che non vengono sottoposte a temperature elevate e comunque ne impedisce la capacità di provocare infezioni successive.
- salvaguarda la flora microbica, antagonista di quella patogena, in quanto termotollerante;
- controlla un gran numero di specie infestanti
One Comment
Ottimo articolo!